Il Design Thinking secondo Bruno Munari

“Progettare è facile quando si sa come si fa.”

“Creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo.”

Bruno Munari

 

La metodologia di progetto secondo Munari. Una riflessione su come progettare dal libro Da cosa nasce cosa [1].

The project methodology according to Munari. A reflection on how to design from the book Da cosa nasce cosa [1].

 

BrunoMunari

In questo libro Munari accompagna il lettore alla scoperta della metodologia di progetto e per far questo utilizza l’analogia tra progettare e fare un risotto attraverso una serie di operazioni successive :

Il metodo progettuale non è altro che una serie di operazioni necessarie, disposte in un ordine logico dettato dall’esperienza. Il suo scopo è quello di giungere al massimo risultato col minimo sforzo. Progettare un risotto verde o una pentola per cuocere lo stesso riso, richiede l’uso di un metodo che aiuterà a risolvere il problema. L’importante è, nei due casi accennati, che le operazioni necessarie siano fatte seguendo l’ordine dettato dall’esperienza. Non si può, nel caso del risotto, mettere il riso nella pentola senza aver messo prima l’acqua; oppure rosolare prosciutto e cipolla dopo aver cotto il riso, oppure cuocere riso, cipolla e spinaci tutto insieme. Il progetto del riso verde in questo caso fallirà e bisognerà buttar via tutto.”

In this book Munari accompanies the reader to discover the design methodology and to do this he uses the analogy between designing and making a risotto through a series of operations:

The design method is nothing more than a series of necessary operations, arranged in a logical order dictated by experience. Its purpose is to achieve maximum results with minimum effort. Designing a green risotto or a pot to cook the same rice requires the use of a method that will help solve the problem. The important thing is, in the two cases mentioned, that the necessary operations are carried out following the order dictated by experience. In the case of risotto, you cannot put the rice in the pot without having first put the water; or brown ham and onion after cooking the rice, or cook rice, onion, and spinach all together. In this case, the green rice project will fail and everything will have to be thrown away. “

Anche nel campo del design non è bene progettare senza metodo, pensare in modo artistico creando subito un’idea senza prima aver fatto una ricetta per documentarsi su ciò che è già stato fatto di simile a quello che si deve progettare; senza sapere con quali materiali costruire la cosa, senza precisarne bene la esatta funzione”.

Even in the field of design, it is not good to design without method, to think in an artistic way, immediately creating an idea without first having made a recipe to read up on what has already been done similar to what you have to design; without knowing what materials to build the thing with, without specifying its exact function “.

Munari, quindi, dopo averci introdotto nella metodologia progettuale, indica un elenco di settori che, in funzione delle loro caratteristiche, richiedono l’applicazione di una metodologia:

l’arredamento, l’abbigliamento, il campeggio, gli strumenti di misura, giochi e giocattoli didattici, musei e mostre, luna park, giardini, ambienti per anziani, cerniere-giunti-attacchi, allestimenti e grafica per le fiere commerciali, impaginazione, segnaletica, cinema e televisione, stampe, tappezzerie, piastrelle, grandi magazzini, valigeria, grafica nell’architettura, imballaggi, illuminazione, editoria, scaffalature“.

Munari, therefore, after introducing us to the design methodology, indicates a list of sectors which, according to their characteristics, require the application of a methodology:

“Furniture, clothing, camping, measuring instruments, educational games and toys, museums and exhibitions, amusement parks, gardens, environments for the elderly, hinges-joints-attachments, fittings and graphics for trade fairs, layout, signage, cinema and television, prints, tapestries, tiles, department stores, luggage, architectural graphics, packaging, lighting, publishing, shelving.”

What is a design problem ?problema-munariok“Il problema non si risolve da solo, ma contiene però tutti gli elementi per la sua soluzione, occorre conoscerli e utilizzarli nel progetto di soluzione.”

“The problem does not solve itself, but it contains all the elements for its solution, you need to know them and use them in the solution project.”

 

“Un problema può avere diverse soluzioni, anche qui occorre decidere quale scegliere.”

“A problem can have several solutions, even here it is necessary to decide which one to choose.

“Definito il problema è necessario smontarlo nelle sue componenti per conoscerlo meglio”.

“Once the problem has been defined, it is necessary to disassemble it into its components to get to know it better “.

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Una volta definito il problema Munari traccia un processo per raggiungere e definire la soluzione cercata :

Un problema può avere diverse soluzioni, anche qui occorre decidere quale scegliere“.

Once the problem has been defined, Munari outlines a process to reach the sought solution:

“A problem can have several solutions, even here it is necessary to decide which to choose”.

 

 Dal riso verde allo …

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… schema del metodo di progetto

problema+munari+PER+DOC

Lo schema del metodo di progettazione non è uno schema fisso, non è completo e non è unico e definitivo. Una volta definito il processo di metodo Munari spiega, con esempi concreti e vari, la sua applicazione con le relative soluzioni.

The design method scheme is not a fixed scheme, it is not complete and it is not unique and definitive. Once the process of the method has been defined, Munari explains, with concrete and various examples, its application with the relative solutions.

 

ESEMPIO DI APPLICAZIONE DEL METODO.

EXAMPLE OF APPLICATION OF THE METHOD. EXHIBITION DESIGN PROJECT.

PROGETTO DI EXHIBITION DESIGN.

Il settore che a noi interessa indagare è quello dell’exhibition design e, per questo, riportiamo qui di seguito una sintesi, dal libro di Munari, dello sviluppo della metodologia messa in pratica nell’allestimento espositivo :

[P] Problema : partecipazione italiana all’Esposizione di Ginevra Telecom 79.

[DP] Definizione del problema: esposizione collettiva di 33 aziende italiane pubbliche e private, produttrici di servizi e apparecchiature per telecomuncazioni. Spazio per proiezioni, spazio per l’accoglienza. Collegamenti elettrici, elettronici e telefonici per tutti. Percorso definito per i visitatori.

[CP] Componenti del problema: definizione degli spazi per ogni espositore. Struttura modulare portante per collegamenti e segnaletica. Modulazione dello spazio usabile. Materiali ignifughi o autoestinguenti. Arredamento degli spazi con tavoli e sedili. Ingresso della mostra. Flusso del pubblico.

[RD] Raccolta dati: non si rende necessaria data la specificità della mostra e dato che mostre simili precedenti sono state progettate dagli stessi progettisti.

[C] Creatività: struttura modulata utilizzabile anche come struttura portante, divisori dei vari spazi e segnaletica. L’insieme dello spazio espositivo dovrà avere una unità visiva e plastica. L’ingresso della mostra dovrà richiamare il visitatore.

[MT] Materiali e tecnologie: lo spazio globale è delimitato da tessuti melaminizzati bianchi, della stessa misura dei divisori semitrasparenti. Un velario di tela comune di colore scuro, nasconde le travature in cemento dell’ambiente preesistente e copre le finestre.

[SP] Sperimentazione: posizione e tecnica di stampa delle scritte sui teli semitrasparenti. Dimensionamento delle parti rispetto al tutto. Studi e prove degli attacchi.

Disegni costruttivi: Modello dello spazio disponibile, secondo i rilievi effettuati. Modelli di probabili percorsi per il pubblico. Modelli al vero delle quinte semitrasparenti. Modello al vero di una parte dell’allestimento. Modello di una parte della facciata.” 

The sector we are interested in investigating is that of exhibition design and, for this reason, we report below a summary, from Munari’s book, of the development of the methodology put into practice in the exhibition set-up:

[P] Problem: Italian participation in the Geneva Telecom Exhibition 79.” 

[DP] Definition of the problem: collective exhibition of 33 Italian public and private companies, manufacturers of telecommunications services and equipment. Space for projections, space for hospitality. Electric, electronic and telephone connections for everyone. Path defined for visitors.”

[CP] Components of the problem: definition of the spaces for each exhibitor. Modular load-bearing structure for connections and signs. Usable space modulation. Fireproof or self-extinguishing materials. Furnishing of the spaces with tables and seats. Entrance to the exhibition. Audience flow.” 

[RD] Data collection: it is not necessary given the specificity of the exhibition and given that previous similar exhibitions were designed by the same designers.”

[C] Creativity: modulated structure that can also be used as a load-bearing structure, dividers of the various spaces and signs. The whole of the exhibition space must have a visual and plastic unity. The entrance to the exhibition must call the visitor.”

[MT] Materials and technologies: the global space is delimited by white melamine fabrics, the same size as the semi-transparent dividers. A curtain of common dark colored canvas hides the concrete beams of the pre-existing environment and covers the windows.” 

[SP] Experimentation: position and printing technique of the writings on semitransparent sheets. Sizing of the parts with respect to the whole. Studies and evidence of the junctions.”

Construction drawings: Model of the space available, according to the surveys carried out. Models of probable routes for the public. True models of semitransparent wings. Real model of a part of the set-up. Model of a part of the facade.”

 

im3Il progetto di allestimento è dell’architetto Achille Castiglioni con la collaborazione di Paolo Ferrari. La progettazione grafica è di Max Huber.

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[1] Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Bari, Laterza, 1981, pp. 16-17, 37, 40, 60, 61,62, 307-317.

Recommended Citation
Rubessi, C. (2020) “Il Design Thinking secondo Bruno Munari | Design Thinking according to Bruno Munari”, ThinkingSpaces, https://www.chiararubessi.com/2020/06/23/munari/

Enzo Mari e l’allestimento degli spazi

In questo post vorremo dare rilevanza agli allestimenti di Enzo Mari che realizzò per diverse aziende, come Danese e Bompiani o per fondazioni ed enti come  l’allestimento della mostra Voudou. Vodun: African Voodoo, che Mari ha progettato nel 2011 per la Fondation Cartier di Parigi.

Nel 1970 presso il Musée des Arts Décoratifs, Palais du Louvre, Pavillon de Marsan a Parigi viene inaugurata la mostra dal titolo Contenir, regarder, jouer (14 janvier-9 mars) con una selezione di oggetti di Danese Milano.

 

Fonte https://www.danesemilano.com/it/history_1970_1979
http://www.artnet.com/artists/enzo-mari/contenir-regarder-jouer-Dp9v5DOFJSs2lSneXWisxA2
Catalogo della mostra.
Foto dal catalogo della mostra.

Mari progetta degli allestimenti modulari e flessibili in cartone (materiale che utilizzerà anche per altri progetti di mostre e negozi per Danese). Il progetto di questi display in cartone presenta una connotazione architettonica che poggia sulla composizione di moduli geometrici. Questi ultimi compongono forme complesse e versatili per la divisione dello spazio o il supporto degli oggetti esposti.

La ricerca sul materiale cartone sviluppata da Mari, a partire dagli anni 1960, vedrà anche la realizzazione del progetto Il posto dei giochi (1967), un habitat gioco per bambini. Il paravento in cartone, leggero e resistente, è uno strumento lasciato alla libera fanstasia del bambino. Il display presenta delle decorazioni colorate e delle aperture di forme geometriche diverse sollecitando intepretazioni molteplici nel piccolo abitante.

 

http://materialdesign.it/it/post-it/enzo-mari-precorritore-del-design-in-cartone_13_310.htm

Tornando indietro nel tempo, agli anni 1950, un allestimento che si distingue per la sua funzione è la Libreria viaggiante (1956): un camioncino trasformato in una saletta di esposizione di libri della casa editrice Bompiani. Lo scopo del progetto era quello di raggiungere i luoghi remoti d’Italia che non avevano le librerie. Il vettore si presentava come una libreria mobile con vetrine ; all’interno c’era una collezione di libri e un salottino dove il libraio poteva ricevere e conversare con i visitatori.

 

Fonte Hans Ulrich Obrist, Enzo Mari, The Conversation Series.

Photo Chiara Rubessi. Sezione dedicata all’allestimento dalla mostra di Enzo Mari, Triennale di Milano, 2021.

Photo Chiara Rubessi. Ricostruzione della scenografia di Enzo Mari per la mostra Voudou. Vodun: African Voodoo, Triennale di Milano, 2021.

Concludiamo questo breve excursus sul tema dell’allestimento in Mari con la già citata mostra del 2011 dal titolo Voudou. Vodun: African Voodoo dove sono esposte sculture voodoo o vudù della collezione Anne e Jacques Kerchache. L’allestimento progettato da Mari presenta una serie di quinte a vista poste in circolo nella grande sala vetrata della fondazione. Ogni quinta presenta una piccola porta chiusa davanti alla quale è posizionata e illuminata dall’alto una scultura della collezione, come fosse il guardiano della casa. Entriamo, quindi, in una specie di scenografia cinematografica dove le sculture diventano i protaginisti silenziosi di un racconto tutto da scoprire e immaginare.

 

Fonte https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

 

Fonte https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

Terminiamo l’articolo con la fotografia dell’installazione, di grande suggestione visiva e di forte valenza simbolica,  dal titolo Allegoria della morte (un progetto di Mari che risale al 1987) che ci mostra un’area in terriccio con tre lapidi, ciascuna dotata di un simbolo; la Croce, la Falce e Martello e la Svastica. La croce allude alle religioni monoteiste, la falce e martello fa riferimento alla laicità e, infine, la svastica richiama l’idea di mercificazione evidenziata da modellini di automobili disposti nella sua direzione.

 

Photo Chiara Rubessi, Triennale di Milano, 2021.

Riferimenti online
https://www.instagram.com/triennalemilano/
https://triennale.org/eventi/enzo-mari-curated-by-hans-ulrich-obristwith-francesca-giacomelli
https://www.danesemilano.com/it/designerDetails?idDesigner=14#
https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

Tra gli scritti di Mari segnaliamo
Funzione della ricerca estetica, Milano, Edizioni di Comunità, 1970
Ipotesi di rifondazione del progetto, Mlano, ADI, 1978
Dov’è l’artigiano, Catalogo della mostra, 23 aprile-3 maggio 1981, Firenze, Electa Firenze, 1981
Progetto e passione, Milano, Bollati Boringhieri, 2000
Autoprogettazione, Milano, Corraini, 2002
Lezioni di disegno: storie di carte, draghi e struzzi in cattedra, Milano, Rizzoli, 2008

Tra i progetti di Mari segnaliamo
16 Animali, 1957, Danese
Putrella, 1958, Danese
In Attesa, 1971, Danese, cestino gettacarte
Tonietta, 1987, Zanotta, sedia
Pentole Copernico, 1989, Zani&Zani
Posate Piuma, 1991, Zani&Zani
Librera componibile Ulm, 1996-98, Zanotta
Em02, scolapasta, 1997, Alessi
Squeezer, spremilimoni, 2000, Alessi
Ypsilon, cavalletti, 1999, Alessi
Eretteo, portaombrelli, 2000, Magis
Togo, appendiabiti, 2001, Magis

DEA_CALL TO ACTION !

Il collettivo di ricerca DEA-DESIGN D’ESPACE ET ALLESTIMENTO, del quale faccio parte, ha lanciato una  CAMPAGNA DI CROWDFUNDING sulla piattaforma ULULE con lo  scopo di raccogliere 1200 EURO  per portare a termine al meglio la prima conferenza InternAzionale DEA (PARIS, 13-15 JUIN 2019) sul tema dell’architettura e del design d’espace.

Se volete conoscere meglio il collettivo DEA vi invito ad andare sul Nostro sito: https://deaparis19.wordpress.com/

invece, Per curiosare e sostenere il progetto ECCO IL LINK: https://fr.ulule.com/dea-design/

 

UN GRANDE GRAZIE !

 

 

 

 

Exhibition // R100 Rinascente stories of innovation

In questo nuovo post vogliamo scrivere della bella e articolata mostra sulla storia della Rinascente di Milano, R100 RINASCENTE STORIES OF INNOVATION (Milano, Palazzo Reale 24.05_24.09.2017). Undici sale di Palazzo Reale allestite per raccogliere la storia di un simbolo della Milano che si è affermata come motore economico dell’Italia postunitaria.

La Rinascente festeggia i 100 anni del suo nome, ideato da Gabriele D’Annunzio su commissione di Senatore Borletti, che acquistò i grandi magazzini Bocconi nel 1917, promuovendone la rinascita. La mostra si articola in un percorso tematico dedicato agli ambiti in cui l’azienda milanese ha dimostrato una straordinaria capacità proegettuale e realizzativa, la storia della crescita della Rinascente dal 1865 ad oggi. Di seguito i temi delle sale:

01. Timeline 02. Marcello Dudovich e la nascita della cartellonistica pubblicitaria 03. cataloghi e giornali aziendali 04. il grande magazzino nel cinema 05. l’architetture del grande magazzino, gli allestimenti esterni e interni, gli eventi 06. la società dei consumi nell’arte 07. la stagione d’oro della nuova grafica 08. la Rinascente e la nascita del prêt-à-porter 09. il Centro design della Rinascente 10. il Premio Compasso d’Oro 1954-1964 11. lo scenario futuro.

La Rinascente is celebrating the centennial of its name, devised by Gabriele D’Annunzio commissioned by Senatore Borletti, who bought the Bocconi department stores in 1917 and breathed new life into them. This exhibition follows an articulated thematic path dedicated to the areas where the firm has shown its extraordinary ability to conceive and achieve:

01. Timeline-The history of La Rinascente from 1865 to the present day 02. Marcello Dudovich and the rise of advertising posters 03. catalogues and house organs 04. the departement store in the cinema 05. the department store’s architecture and designing internal and external displays and events 06. the consumer society in the arts 07. the golden age of new graphic design 08. la Rinascente and the rise of prêt-à-porter 09. La Rinascente’s design centre 10. the birth of the Compasso d’Oro Award 1954-1964 11. Futur scenarios.

 

01 I pannelli illustrano l’evoluzione di milano in città moderna e cosmopolita.

01 The panels illustrating milan’s evolution into a modern, cosmopolitan city.

 

02 L’archivio della rinascente (http://archives.rinascente.it). la proiezione su uno schermo circolare offre una ricca selezione di queste immagini preziose che ripercorrono la storia della rinascente e dei suoi protagonisti.

02 Rinascente has reconstructed its history and identity by delving into public and private archives (http://archives.rinascente.it). THE PROJECTION ON A CIRCULAR SCREEN OFFERS VISITORS A RICH SELECTION OF IMAGES COVERING THE ENTIRE HISTORY OF LA RINASCENTE AND THE PEOPLE WHO MADE IT HAPPEN.

 

Risultati immagini per oma amo la rinascente

03 A parete un montaggio di fotografie, schizzi e bozzetti di dudovich mostrano il percorso creativo dell’artista.

03 THE PHOTOGRAPHS, PREPARATORY DRAWINGS AND SKETCHES BY DUDOVICH ON THE WALL ILLUSTRATE THE ARTIST’S CREATIVE PROCESS.

 

04 Un grande libro consultabile riproduce tutti i fascicoli dell’house organ digitalizzati e pubblicati nel sito rinascente archives.

04 A LARGE REFERENCE BOOK REPRODUCING ALL THE ISSUES OF THE HOUSE ORGAN HAS BEEN PUBLISHED IN THE RINASCENTE ARCHIVES WEBSITE.

05 Il cinema e la rinascente. vicende comiche, romantiche e drammatiche accadono tra le vetrine e i reparti della rinascente. il magazzino milanese diventa la perfetta  scenografia per raccontare storie quotidiane di donne e uomini, clienti e dipenedenti, poveri e ricchi.

05 COMICAL, ROMANTIC AND DRAMATIC TALES UNFOLD IN FRONT OF LA RINASCENTE’S DISPLAY WINDOWS AND IN ITS DEPARTMENTS: STORIES ABOUT MEN AND WOMEN, RICH AND POOR, CUSTOMERS AND EMPLOYEES.

 

06 La forma di comunicazione per il grande magazzino, l’architettura e la ricerca sugli allestimenti interni ed esterni. in mostra display creati da importanti designer per la rinascente.

 06 THE MOST  IMMEDIATE FORM OF COMMUNICATION FOR A DEPARTMENT STORE IS THE BUILDING’S ARCHITECTURAL DESIGN AND THE WAY THAT THE INTERNAL AND EXTERNAL DISPLAYS ARE DESIGNED AND CREATED TO ATTRACT ATTENTION AND SHAPE ITS CUSTOMERS’ IMAGINATION.

 

07 In questa sala si vuole raccontare l’evoluzione dei consumi attraverso i suoi oggetti culto, in un allestimento che ricorda l’architettura dei grandi magazzini.

07 THIS SECTION TELLS THE STORY OF THE EVOLUTION IN CONSUMERISM THROUGH HOW IT WAS INTERPRETED BY THE LEADING ARTISTS OF THE TWENTIETH CENTURY, IN A SETTING REMINISCENT OF THE ARCHITECTURE OF LA RINASCENTE.

 

08 Il rapporto tra l’arte e architettura, design e grafica, in mostra bozzetti originali eseguiti per la rinascente.

08 ON THE WALL ARE ORIGINAL SKETCHES THAT HAVE NEVER BEFORE BEEN SHOWN IN MILAN.

09 Un suggestivo allestimento reinterpreta gli interni del grande magazzino e conduce attraverso molteplici invenzioni il visitatore a scoprire i fondamentali capitolo che la rinascente ha scritto nella storia della moda, della grande distribuzione e della comunicazione.

09 AN EVOCATIVE INSTALLATION INTERPRETS LA RINASCENTE’S INTERIORS.

 

10 Sezione dedicata al premio compasso d’oro dove sono esposti oggetti significativi di uso comune che ricordano come la rinascente abbia aperto al grande pubblico l’accesso a beni di consumo di qualità a prezzi contenuti, operando come scuola di gusto e modernità.

10 DEVOTED TO THE FIRDT TEN YEARS OF THE COMPASSO D’ORO.

 

11 Infine, l’ultima sala è dedicata alla realtà digitale e di comunicazione della Rinascente attraverso contenuti volti a descrivere l’esperienza Rinascente.

11 THE EXHIBITION’S LAST SECTION EXPLORE THE DIGITAL SIDE OF LA RINASCENTE’S EXPERIENCE.

 

PROJECT by OMA/AMO DESIGNED EXHIBITION. Photo Copyright © 2017 Chiara Rubessi.

 

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Exhibition // IDEA alla Triennale di Milano

 

 Alla Triennale di Milano la mostra

IDEA! Esporre Allestire Mostrare

un racconto per immagini sull’ Exhibition Design

 

Appuntamento il 20 luglio alle 18.30 in Triennale di Milano. La mostra IDEA! ESPORRE ALLESTIRE MOSTRARE (20 luglio-10 settembre 2017) si pone l’obiettivo di dare una visione d’insieme dell’allestimento italiano contemporaneo attraverso un racconto per immagini che spazia dai progettisti (in gran parte soci di IDEA, Associazione Italiana Exhibition Designers) fino alle nuove generazioni che costituiscono l’impegno formativo dell’Associazione.

Oltre a celebrare l’eccellenza della scuola italiana dell’exhibition, la mostra è anche l’occasione per celebrare il Master IDEA in Exhibition Design che l’Associazione, ormai da dieci anni, organizza con il Politecnico di Milano e con Poli.design. La cultura del progetto d’allestimento ha una grande tradizione italiana. Una pratica che ha saputo svilupparsi nel corso del tempo fino a diventare parte della cultura materiale italiana incidendo sulla realtà economica e sociale del contemporaneo.

Un racconto sull’exhibition design che si sviluppa in orizzontale, sui tavoli i lavori dei progettisti (la maggior parte soci di IDEA), e in verticale, alle pareti 24 grandi pannelli presentano una selezione di progetti mostre-musei-fiere-retail-allestimenti urbani (su circa 140 lavori) degli studenti del Master IDEA che si sono avvicendati negli ultimi dieci anni (tra cui un mio progetto).

 

 

KISHIO SUGA. Situations

In questo post parleremo della mostra dell’artista giapponese Kishio Suga, dal titolo Situations, realizzata nello spazio Pirelli Hangar Bicocca di Milano. Una mostra che merita una maggiore attenzione data da una incessante ricerca nel costruire un dialogo tra le installazioni e lo spazio dell’esposizione.

In this postwe wantto mention the exhibition of Japanese artist Kishio Suga, entitled Situations. An exhibition that deserves special attention for a continuous search of the artist in dialogue with the space that welcomes her installations.

Figura centrale dell’arte contemporanea giapponese, Suga realizza il suo lavoro a partire dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo come membro del gruppo MONO-HA (“la scuola delle cose”), che si forma a Tokyo tra il 1969 e il 1972.
L’artista dispone e combina materiali naturali o industriali interrogandosi sulla loro presenza fisica e sul loro rapporto con lo spazio. Suga indaga la relazione tra materia e individuo realizzando installazioni site-specific in spazi che diventano inediti.
In the late 1960s, Suga began to produce and exhibit his work as a member of the artistic group MONO-HA, wich wa formed in Tokyo between 1969 and 1972.
Taking temporary arrangement and combinations of natural and industrial materials as his starting point. His principal themes are the relationships between the individual and materials.

 

Left-Behind Situation, 1972-2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mostra Situations raccoglie oltre venti installazioni realizzate dall’artista dal 1969 a oggi riadattate nello spazio milanese. Suga realizza un percorso espositivo fatto da elementi organici e industriali (ferro, zinco, legno, pietra, paraffina, tessuto) combinati tra loro e inseriti in uno spazio altro che rende queste installazioni temporanee e precarie, tra leggerezza e imponenza, linearità e tensione.
L’artista crea uno spazio di situazioni (situazione Jōkyō) in cui vengono messi in evidenza le relazioni tra i diversi materiali che compongono l’opera e lo spazio circostante.
Situations in the first retrospective exhibition of Kishio Suga’s work organized outside Japan. The exhibition is designed like a landscape comprising organic and industrial elements (iron, zinc, wood, stones, paraffin and tissue) that blend characteristics of lightness and gravity, linearity and tension, solidity and immateriality.
Suga creates what he defines a ‘situation’ (Jōkyō) in which he underlines the existential interrelationships between the materials that compose the work and its surrounding space.

 

Continuous Existence-HB (Renkai-HB), 1977-2016.

 

Exposed Realm (Rokai), 1986-2016.

 

Square Metal Pond, 1985-2016.

 

Abandoned Situation, 1971-2016.

 

Fieldology, 1974-2016.

 

Condition of Situated Units, 1975-2016.

 

Law of Multitude, 1975-2016.

 

# Diagramma_2

Domanda: come tracciare l’ontologia della disciplina dell’exhibition design?

Question: How to trace the ontology of the discipline of exhibition design?

In questo nuovo post, che fa riferimento al post DIAGRAMMA pubblicato il 06-06-2015, proponiamo un’altra ipotesi di diagramma che rappresenti l’ontologia dell’exhibition design.

La funzione dell’exhibition design è quella di stabilire e  intrattenere una  relazione, tra il visitatore e lo spazio, che porta il visitatore a cogliere le interrelazioni tra gli elementi e lo spazio. Si tratta, quindi, di considerare un insieme di elementi disposti che interagiscono tra di loro. Date queste premesse, noi proveremo a comprendere l’ontologia [1] della disciplina – exhibition design – attraverso un modello di rappresentazione concettuale Entità/Relazione (ERD, entity-relationship diagram)[2]. Infatti, la rappresentazione a diagramma ci permette di rendere riconoscibili le relazioni tra i concetti, che possono essere osservati e manipolati, con l’obiettivo di studiare le nozioni costitutive della disciplina a differenti livelli di astrazione. Considerando, in particolare, i due concetti di base « progetto » e « spazio allestito » e il loro rapporto. La modellizzazione, in quanto processo d’analisi, è sviluppata a partire da uno studio sistemico dello stato dell’arte dell’exhibition design.

The Figure shows a conceptual model for exhibition design, representing the key concepts and relationships for the discipline, suitable to support an understanding of its ontology[1]. Indeed, the representation in the entity-relationship diagram allows to make recognizable the constitutive constructs of exhibition designs at different levels of abstraction. In particular, the two basic concepts of “project” and “exhibition space” and their relationship are worth considering. The conceptual model is developed from a systemic study of the state of the art of exhibition design. Thus, we argue that entity-relationship diagrams (ERD)[2], as the one shown in the Figure, can be used to support decision-making in designer activity.

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[1] Searle, J. (1995). The Construction of Social Reality. New York : The Free Press.
[2] See Batini, C., Ceri, S., & Navathe, S. B. (1991). Conceptual database design: an Entity-relationship approach. Benjamin-Cummings Publishing Co., Inc. Redwood City, CA, USA. Wand, Y. (1996). Ontology as a foundation for meta-modelling and method engineering. Information and Software Technology, 38 (4), 281-287.

 

# Diagramma

Tracciare l’ontologia dell’Exhibition design

L’exhibition design è una disciplina di progetto che mobilita al suo interno più e differenti discipline. Infatti, l’exhibition design utilizza strumenti e linguaggi plurimi che interessano l’architettura degli interni, i materiali, le tecnologie, la multimedialità, la comunicazione grafica, l’antropologia, le arti. L’exhibition design presenta numerose applicazioni e derivazioni. In altre parole, l’exhibition design, essendo un progetto, implica luoghi, spazi e architetture (interni ed esterni ),  organizzando una strategia di elementi volti alla communicazione – presa nel suo più ampio significato.

Infine, la funzione dell’exhibition design è quella di stabilire e  intrattenere una  relazione, tra il visitatore e lo spazio, che porta il visitatore a cogliere le interrelazioni tra gli elementi e lo spazio. Si tratta, quindi, di considerare un insieme di elementi disposti che interagiscono tra di loro. Date queste premesse, noi proveremo a comprendere l’ontologia [1] della disciplina – exhibition design – attraverso un modello di rappresentazione concettuale Entità/Relazione (ERD, entity-relationship diagram) [2]. Infatti, la rappresentazione a diagramma ci permette di rendere riconoscibili le relazioni tra i concetti, che possono essere osservati e manipolati, con l’obiettivo di studiare le nozioni costitutive della disciplina a differenti livelli di astrazione. Considerando, in particolare, i due concetti di base « progetto » e « spazio allestito » e il loro rapporto. La modellizzazione, in quanto processo d’analisi, è sviluppata a partire da uno studio sistemico dello stato dell’arte dell’exhibition design.

[1] Searle, J. (1995). The Construction of Social Reality. New York : The Free Press.

[2] Cf. Batini, C., Ceri, S., & Navathe, S. B. (1991). Conceptual database design: an Entity-relationship approach. Benjamin-Cummings Publishing Co., Inc. Redwood City, CA, USA. Wand, Y. (1996). Ontology as a foundation for meta-modelling and method engineering. Information and Software Technology, 38 (4), 281-287.

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