Cinema

Cinema and Architecture

Amos Gitaï,  Lullaby to my father, 2011

Amos Gitai tells the story of his father, Munio Weinraub, who was a student at the Bauhaus design and architecture school in the city of Dessau, before Hitler closed the school in 1933. In May 1933, Weinraub was accused of “treason against the German people” and sent to prison and later on expulsed away from Germany. The film follows Munio’s route from Poland to Germany, from Switzerland to Palestine.

Munio-Weinraub-Reform-School-Gil-Am-Shefaram-Israel1964
Gitai Munio Weinraub: Szumlany, Dessau, Haifa. Parcours D’un Architecte Moderne, 2001

 

Cinema and art

Amos Gitaï, Traces, Palais de Tokyo, 2011


Traces d’Amos Gitai au Palais de Tokyo di Palagret

Günther Förg // Closer

Giò MARCONI, Milano // From November 16th till January 26th, 2013

GF//press

Günther Förg, Closer, Giò Marconi, 2012
Photo: Filippo Armellin
Günther Förg, Closer, Giò Marconi, 2012
Photo: Filippo Armellin
Günther Förg, Closer, Giò Marconi, 2012
Photo: Filippo Armellin
Günther Förg, Closer, Giò Marconi, 2012
Photo: Filippo Armellin
Günther Förg, Closer, Giò Marconi, 2012
Photo: Filippo Armellin

 

FIAT FLUXUS

La nébuleuse fluxus: 1962/1978

27 October 2012 – 27 January 2013

Starting from 27th October, the Musée d’art moderne de Saint-Étienne métropole
presents “Fiat flux: la nebuleuse Fluxus 1962–1978”, an exhibition marking the fiftieth
anniversary of the beginnings of Fluxus, an art movement that is considered to be one of
the most important of the second half of the 20th century.

Anonyme (Fluxus), “V TRE n°3 FLUXUS cc Valise e TRianglE”. Détail. Mars 1964. Papier, impression offset. 57,1 x 44,6 cm. Ed. by George Brecht and Fluxus Editorial Council for Fluxus. – New York : Fluxus, 1964-1979. Bibliothèque Jean Laude, Musée d’Art Moderne, Saint-Etienne Métropole.

 

George Macianus, Manifesto, 1963

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Musée d’art moderne Saint-Etienne Métropole

ONCE UPON A TIME / La camicia dell’uomo contento / Italo Calvino

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento.

Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano.

– Ma cosa ti manca? – gli chiedeva il Re. – Che cos’hai?

– Non lo so, padre mio, non lo so neanch’io.

– Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo, e te la farò sposare, fosse la figlia del Re più potente della terra o la più povera contadina!

– No, padre, non sono innamorato.

E il Re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva, e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa.

Il Re mise fuori un editto, e da tutte le parti del mondo venne la gente più istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domandò consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re. Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stelle; ecco cosa dovete fare. Cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua.

Quel giorno stesso, il Re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l’uomo contento.

Gli fu condotto un prete: – Sei contento? – gli domandò il Re.

– Io sì, Maestà!

– Bene. Ci avresti piacere a diventare il mio vescovo?

– Oh, magari, Maestà!

– Va’ via! Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato; non uno che voglia star meglio di com’è.

E il Re prese ad aspettare un altro. C’era un altro Re suo vicino, gli dissero, che era proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace. Subito, il Re pieno di speranza mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia.

Il Re vicino ricevette gli ambasciatori, e: – Sì, sì, non mi manca nulla, peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto che non dormo alla notte! – E gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro.

Per sfogare la sua disperazione, il Re andò a caccia. Tirò a una lepre e credeva d’averla presa, ma la lepre, zoppicando, scappò via.

Il Re le tenne dietro, e s’allontanò dal seguito. In mezzo ai campi, sentì una voce d’uomo che cantava la falulèle.

Il Re si fermò: “Chi canta la Faluella non può che essere contento!” e seguendo il canto s’infilò in una vigna, e tra i filari vide un giovane che cantava potando le viti.

– Buon dì, Maestà, – disse quel giovane. – Così di buon’ora già in campagna?

– Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico.

– Ahi, ahi, Maestà, no, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche col Papa.

– Ma perché, tu, un così bel giovane…

– Ma no, vi dico. Sono contento così e basta.

– Finalmente un uomo felice! pensò il Re. – Giovane, senti: devi farmi un piacere.

– Se posso, con tutto il cuore, Maestà.

– Aspetta un momento, – e il Re, che non stava più nella pelle dalla contentezza, corse a cercare il suo seguito: – Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo –.

E li porta da quel giovane. – Benedetto giovane, – dice, – ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi…

– Che cosa, Maestà?

– Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! – e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca. Tutt’a un tratto si ferma, gli cascano le braccia.

L’uomo contento non aveva camicia.

Italo Calvino

Exhibition // 1917

Centre Pompidou METZ

26 May to 24 September 2012

1917 addresses the theme of artistic creation in wartime, on the scale of a single “impossible year ” (Jean-Jacques Becker, 1917 en Europe : l’année impossible. Bruxelles, Éd. Complexe, 1997) when the world floundered in endless, devastating conflict.

It will feature Picasso’s monumental work, the overture curtain for the ballet “Parade” which has not been shown in France in over twenty years.

Centre Pompidou Metz