La mostra La camicia bianca secondo me_Gianfranco Ferrè è stata allestita nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano. Le Cariatidi, quaranta statue a stucco con figure maschili e femminili poste a sostegno della balconata sono opera dello scultore Gaetano Callani, chiamato, da Giuseppe Piermarini – l’artefice della trasformazione in stile neoclassico di Palazzo Reale – a realizzarle dal 1774 al 1776.
La mostra inizia con un passage. I teli, su cui scorrono macro-immagini di disegni autografi di Gianfranco Ferré – l’architetto della moda milanese –, permettono di cogliere i primi segni che delineano la sua visione poetica.
Il percorso prosegue passando per uno spazio-accoglienza dove troviamo delle fotografie su pannelli di modelle che indossano alcune delle camicie bianche in esposizione.
Arriviamo finalmente nella Sala delle Caritiadi, il cuore dell’esposizione, dove il nostro sguardo rimane affascinato da una luce che avvolge un insieme di camicie bianche.
La struttura allestita è composta da sei file – ciascuna di cinque camicie – sorrette da leggeri fili di alluminio che generano in maniera imprevidibile del movimento. Al lato della struttura principale, posta su un rivestimento di tessuto nero, sono disposte delle teche che contengono bozzetti e riviste di moda dell’epoca Ferré.
Su parte del soffitto della sala, scorrono lentamente le immagini delle camicie bianche che appaiono agli occhi del visitatore come leggere nuvole.
Il sistema d’illuminazione crea dei giochi di luce e ombra che destano in un continuum spaziale l’attenzione del visitatore.
Per concludere, possiamo osservare come la scenografia sia riuscita nell’intento di esibire e valorizzare le geometrie e i diversi effetti dei tessuti di queste magnifiche camicie bianche. Evidenziando, anche, gli elementi progettuali più innovativi e le diverse interpretazioni. Tutto ciò porta a far scoprire al visitatore le forme che può assumere la camicia bianca, vero e proprio paradigma delle creazioni dello stilista.
Nota: la mostra, di Palazzo Reale a Milano, è una rielaborazione dello studio CastagnaRavelli dell’allestimento di Guicciardini e Magni Architetti per il Museo del Tessuto di Prato.