Estetiche di lotta. Il rosso nello spazio urbano

Una piazza che si tinge di scarpe di color rosso, una panchina dipinta di rosso, un lungo tappeto rosso sollevato e un  porticato illuminato di rosso sono gli elementi che abitano lo spazio urbano nella lotta quotidiana contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre è la giornata internazionale della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Giornata contro la violenza sulle donne, le immagini dalla Liguria - Il Secolo XIX

Spazi e oggetti urbani tinti di rosso  con lo scopo di mantenere viva la memoria sulle troppe donne vittime di violenza, ma anche come elementi di riconoscimento del fenomeno nominato femminicidio. Una lotta pacifica, quindi, che vede lo spazio urbano come luogo di visibilità della lotta. In questa prospettiva ci interessa soffermarci sul colore, il rosso, che unisce le donne nella militanza contro la violenza, che a prima vista può sembrare scontato, porta in sé più significati.

  Chris de Burgh - Lady in Red - YouTube

Nel 2009 l’artista messicana Elina Chauvet, ispirata dalla morte della sorella per mano del marito, decide di dare visibilità ai casi di femminicidio attraverso delle scarpe rosse. La Chauvet è la prima artista che ha raccontato attraverso un’invasione di calzature rosse il fenomeno del femminicidio.  Il progetto Zapatos Rojos (scarpette rosse) fu realizzato a Ciudad Juárez, una città di frontiera nel nord del Messico.

Le scarpe sono state scelte dall’artista perché nella maggior parte dei casi è l’unico oggetto che rimane della vittima. Il rosso invece richiama il colore del sangue versato, e simboleggia l’amore che si trasforma in odio e violenza. Elina ha esposto, in rigorose file, nello spazio pubblico 33 paia di scarpe rosse, quasi a voler rappresentare una lunga marcia silenziosa di donne che ormai non ci sono più.  La sua iniziativa viene in seguito replicata in molti altri Paesi. Ogni anno, infatti, in diverse piazze  viene disposta un’intera distesa di scarpe rigorosamente rosse in rappresentanza del numero delle violenze, delle morti e dei maltrattamenti subiti dalle donne.

Ma si è andati oltre le scarpe rosse, in Italia si può incontrare  una panchina rossa, che simboleggia il posto occupato da una donna che non c’è più.  Poste in una piazza, in un giardino pubblico o lungo un viale, queste panchine hanno lo scopo di mantenere vivo nella memoria il ricordo di tante donne che non sono riuscite a sfuggire dai loro carnefici.

Il rosso diventa così la rappresentazione di un crimine contro la donna, il colore della morte, il colore dell’ odio. Tuttavia, è anche il colore dell’intramontabile rossetto rosso, il cosmetico più amato dalle donne, soprattutto dalle dive del cinema  – da Marylin Monroe a Elizabeth Taylor – che con tale rossetto hanno creato i loro sguardi iconici e l’immagine sociale della figura femminile.  Rosso è il colore dell’amore, della passione, del sangue, dei film “a luci rosse” . Ma rosso è anche il colore  dell’intimità della donna.  Il vestito rosso in The woman in red (1984) di Gene Wilder con protagonsita Kelly Le Brock è entrato nell’immaginario collettivo di quel periodo [immagine di seguito].

Chris de Burgh - Lady in Red - YouTube

Restando in campo cinematografico, rossa è la capanna che accoglie un gruppo di amici nel film Deserto rosso, luogo del divertimento e dell’inibizione secondo lo sguardo di Michelangelo Antonioni [immagini di seguito].

Il deserto rosso" di Michelangelo Antonioni - Recensione - Critical Eye   Il deserto Rosso (1964) un film di Michelangelo Antonioni | Stradeperdute

Questo brevissimo elenco ha lo scopo di sottolineare i plurimi significati di questo colore nella complessa società che abitiamo. Si tratta però di un colore che nello spazio pubblico segnala anche i pericoli imminenti. Forse anche per questo, il rosso sembra essere il colore che più di altri simboleggia la  dimensione delle revendicazioni delle donne nella rappresentazione  urbana.

United Nations Global Call Out To Creatives_help stop the spread of COVID-19

You have the power to change the world. The UN needs your help to stop the spread of coronavirus (COVID-19).

We are living in unprecedented times. The World Health Organization (WHO) is leading and coordinating the global health response to coronavirus, helping to ensure all countries are ready to prevent, detect and respond to the pandemic.

To be effective we need people everywhere to adopt public health precautions, act in solidarity, and prevent the spread of misinformation.

The United Nations (UN) needs your help in translating critical public health messages, into work that will engage and inform people across different cultures, languages, communities and platforms. The shortlisted work will reach everyone, everywhere.

Capture one of the UN key messages in your work:

  • Personal Hygiene

  • Physical Distancing

  • Know the symptoms

  • Kindness contagion

  • Myth busting

  • Do more, donate

OPEN BRIEF_Global Call to Creatives-Shared

Diario immobile dalla ZLombardia 2020

08 03 2020 UNA GIORNATA SURREALE

Oggi 8 marzo 2020 è la festa della Donna, una data che si associa alla decisione del Governo Italiano di chiudere la Lombardia e altre 14 province italiane a causa della malattia da coronavirus Covid-19, creando  così una zona arancione estesa.

Ieri sera un’amica mi ha chiamato per comunicarmi che la Lombardia era stata chiusa in entrata e in uscita; io mi trovo in un comune  poco distante da Milano. Qualche momento dopo nelle stazioni milanesi si è scatenato il panico; una moltitudine di cittadini, con valigie e borse al seguito, si è precipitata nelle stazioni  per prendere il primo treno utile per uscire dalla Lombardia e raggiungere i luoghi natii.

 

Piazza Duomo, Milan, Italy 12h40 (Fonte web cam  Duomo di Milano, skylinewebcams).

09 03 2020 UN SILENZIO RUMOROSO

Questa mattina mi sono svegliata  con la consapevolezza di trovarmi in una zona arancione sorvegliata. Nel frattempo, dal carcere di San Vittore è sorta una protesta dei carcerati – danneggiando ambulatori e altro – contro la decisione del Governo Italiano di sospendere le visite dei parenti a causa del Coronavirus.

 

Piazza Duomo, Milan, Italy  10h20 (Fonte web cam  Duomo di Milano, skylinewebcams).

10 03 2020 TUTTA L’ITALIA DIVENTA ZONA PROTETTA

 

Piazza Duomo, Milan, Italy  11h40 (Fonte web cam Duomo di Milano, skylinewebcams).

Blue Moon, omaggio alla Luna

20 LUGLIO 1969_20 LUGLIO 2019

BLUE MOON_la luna nello spazio di un museo

Sono trascorsi esattamente 50 anni dallo sbarco sulla luna e, con questo post, vogliamo omaggiare LA luna E IL SUO MISTERO. vi proponiamo di scoprire la luna attraverso la riproduzione di UN modello scientifico IN SCALA PROGETTATO da Johann Friedrich Julius Schmidt e Thomas Dickert nel 1898.

Exactly 50 years have passed since the landing on the moon and, with this post, we want to pay homage to THE MOON AND HIS MYSTERY. We propose to discover the moon through the reproduction of a scientific model of 1898 designed by Johann Friedrich Julius Schmidt and Thomas Dickert.

Questo modello, che simula la luna nello spazio di un museo – costituito da 116 sezioni di gesso su una struttura di legno e metallo – è stato realizzato per il Field Columbian Museum di Chicago.

This model, which simulates the moon in the space of a museum – consisting of 116 sections of plaster on a wooden and metal structure – was made for the Field Columbian Museum in Chicago.

questo dispositivo è il trionfo dell’illusione e della frenesia del visibile, che ha attraversato il XIX secolo, fino ad arrivare ai giorni nostri. LA LUNA è così diventatA uno spettacolo popolare RICONFIGURATA IN UNO SPAZIO SULLA TERRA. Un cambiamento nella cultura del visuale e nella concezione dello spazio che ha caratterizzato le correnti artistiche dell’epoca.

This device is the triumph of the illusion and frenzy of the visible, which has crossed the 19th century, up to the present day. The moon has thus become a popular spectacle RECONFIGURED IN A SPACE ON THE EARTH. A change in the culture of the visual and in the conception of the space that characterized the artistic currents of the time.

 

Photo Field Museum Library Getty Images.

 

 

 

Book_Simulations du monde

NEW BOOK!!!

Simulations du monde. Panoramas, parcs à thème et autres dispositifs immersifs,
MetisPresses, Genève, 2019

Depuis le 19e siècle, des espaces spectaculaires sont ingénieusement agencés afin de plonger leurs visiteurs dans d’autres lieux et d’autres époques. En bouleversant les échelles et en suspendant le temps, ces dispositifs proposent à leurs publics de faire l’expérience de mondes imaginaires ou physiquement inaccessibles.

Les panoramas, les dioramas, les parcs à thème, le cinéma, mais aussi les malls, les procédés de simulation tridimensionnelle ou l’immersion dans des réalités virtuelles ouvrent des brèches au sein de l’environnement quotidien dans le but de divertir, informer, éduquer voir manipuler des spectateurs avides de connaissances  ou d’évasion.

Fruit d’un travail collectif de chercheurs et d’artistes, cet ouvrage protéiforme nous invite à la découverte de multiples créations par des études de cas approfondies, des focus et une série d’entretiens à propos de réalisations contemporaines.
Simulations du monde interroge notre besoin profond de donner corps à des univers éloignés ou imaginaires, au travers de techniques toujours plus abouties, et questionne cette aspiration, sans cesse renouvelée, de transformer notre appréhension du réel, notre rapport à la société et à l’ailleurs.

Textes de Pascal Clerc, Jean Estebanez, Noémie Étienne, Alexandre Gillet,  Laurence Guignard, Tarik Harroud, Allison Huetz, Nicolas Leresche, Chiara Rubessi, Estelle Sohier et Jean-François Staszak.

Le volume est disponible sous deux formats : une version papier, distribuée en librairie, et une version numérique sur le site de notre éditeur, MétisPresses: OPEN_Version augmentée numérique consultable en libre accès

DEA_CALL TO ACTION !

Il collettivo di ricerca DEA-DESIGN D’ESPACE ET ALLESTIMENTO, del quale faccio parte, ha lanciato una  CAMPAGNA DI CROWDFUNDING sulla piattaforma ULULE con lo  scopo di raccogliere 1200 EURO  per portare a termine al meglio la prima conferenza InternAzionale DEA (PARIS, 13-15 JUIN 2019) sul tema dell’architettura e del design d’espace.

Se volete conoscere meglio il collettivo DEA vi invito ad andare sul Nostro sito: https://deaparis19.wordpress.com/

invece, Per curiosare e sostenere il progetto ECCO IL LINK: https://fr.ulule.com/dea-design/

 

UN GRANDE GRAZIE !

 

 

 

 

Lo spazio cinematografico in L’année dernière à Marienbad. Meccanismi e forme dell’immaginario

NEW BOOK!

AMICI DEL BLOG vi segnalo l’uscita del mio libro:

Chiara Rubessi, Lo spazio cinematografico in L’année dernière à Marienbad
Meccanismi e forme dell’immaginario, collana Fotogrammi, Aracne editrice, Roma, 2019.

Chiara Rubessi, The cinematic space in L’année dernière à Marienbad.
Mechanisms and forms of the imaginary
,
collana Fotogrammi, Aracne editrice, Roma, 2019.

Dall’incontro tra un cineasta e un romanziere, Alain Resnais e Alain Robbe–Grillet, è nato L’Année dernière à Marienbad. In questo lungometraggio entrambi gli autori trovano nuove forme di espressione estetica, segnando un passaggio importante nella storia cinematografica e letteraria. Tra memoria e immaginario, i personaggi di un imponente e regale hotel si muovono secondo una sontuosa partitura visiva, sonora e narrativa. Il volume propone un quadro interpretativo volto a mostrare come il contributo all’estetica cinematografica di questo film sia legato alla ricerca da parte degli autori di un’inedita forma di rappresentazione del tempo e dello spazio.

www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825521894

 

Digital Exhibition //KUNG FU MOTION

In questo post vi parlerò della mostra digitale KUNG FU MOTION (28.4.-12.8.2018), che ho visitato lo scorso luglio 2018. La mostra si è tenuta nello spazio ARTLAB dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne).

Lo spazio è stato progettato nel 2016 dall’architetto Kengo Kuma. L’edificio, sviluppato in lunghezza – una lunga sottile galleria –,  gioca con larghezze differenti : la galleria rimane molto sottile nella sua estremità settentrionale – circa 5 metri–, mentre la sezione si allarga fino a 16 metri circa sulla sua estremità meridionale. Un edificio, quindi, che varia in larghezza. La forma dell’edificio ci interessa particolarmente perché influisce sul rapporto tra il contenuto della mostra, per lo più digitale (lo scopo della mostra è quello di recuperare e reinterpretare il patrimonio culturale immateriale delle arti marziali tradizionali cinesi al fine di renderlo vivente, les archives vivantes), e il contenitore, lo spazio ospite, che non sembra progettato per ospitare una mostra digitale, interattiva e immersiva.  Quali sono le resistenze manifestate da questo spazio?

La mostra è divisa in 4 sezioni tematiche: Introduzione, Kung Fu a Hong Kong, Cinema e globalizzazione, Gli archivi futuri e l’umanistica digitale.

L’allestimento della mostra, documentato bene dalle immagini che potrete vedere al link di sotto, ci mostra una scelta cromatica dovuta, il rosso, il colore del nastro di tessuto (un segno cromatico e plastico) che scorre centralmente sul soffitto per tutta la lunghezza della galleria, mentre 4 pannelli verticali rossi tratteggiano lo spazio indicando le sezioni della mostra. Le pareti laterali lasciate bianche sono ricoperte da poster, fotografie, pannelli informativi rossi e immagini in movimento.

Lo scopo dell’allestimento è quello di rendere disponibile al pubblico l’immersione e l’interattività del mondo digitale (experimental museology) cercando forme di display (per esempio, viene riproposta la visione a ciclorama o panorama con display circolare) e di supporto adatte a questi “oggetti digitali”. Si creano così spazi di visione differenti e diverse posture tra il visitatore/spettatore e “l’oggetto espositivo” (infatti convivono differenti immagini in movimento: games, visioni 3D, visione di dati, spezzoni di film, installazione, ricostruzioni virtuali, etc.). Per esempio, notiamo la collocazione di una serie di immagini in movimento all’interno di una scenografia ispirata alla Cina oppure vediamo delle zone con sedute per usufruire del tablet e/o guardare delle immagini proiettate sulla parete. O ancora, lungo il percorso sono poste delle piccole stanze con video diversi (multi-view, panoramic video, slow-motion video).

Seguendo questo schema espositivo, la prima dissonanza, a mio parere, emerge dalla geometria dello spazio (il contenitore) che forse non è nato per accogliere delle mostre dove il mondo digitale, in tutta la sua estensione, fa da protagonista. Un mondo espositivo che forse necessita di ripensare i suoi spazi fisici, per esempio più ampi e di più facile fruizione per il visitatore/spettatore. Per esempio in KUNG FU MOTION la circolazione in presenza di molti visitatori non è del tutto agevole non permettendo di utilizzare al meglio le tecnologie e penalizzando così l’immersione e l’interattività (che richiede  più tempo di sosta da parte del visitatore, come in ottica di video gioco). La mostra sovrappone diversi livelli di lettura utilizzando più tecnologie video (motion capture, motion-over-time analytics, 3D reconstruction, panoramic video) che alla fine risultano interessanti per poter sperimentare un allestimento in ottica di “oggetti digitali” (rapporto oggetto digitale-allestimento).

Tuttavia, questa mostra mette anche in luce le difficoltà nel creare un percorso di visita tenendo conto delle esigenze dello spettatore e della conformazione dello spazio : i) la ricchezza di tecnologie digitali raggruppate in uno spazio fisico che non appare adeguato ad ospitarli, ii) la sfida progettuale che vede coinvolto il designer nel cercare nuove modalità di allestimento che tengano in conto non solo “l’oggetto digitale”, ma la diversa postura del visitatore di fronte a questo tipo di oggetto e al tempo di fruizione delllo stesso.

Per concludere, la mostra digitale, con i suoi attributi,  ha bisogno di una riflessione progettuale complessa che parta dallo spazio che la ospita,  per poter ragionare sull’allestimento (display, percorso, illuminazione, colori, materiali, grafiche, etc.) che non deve solo comunicare, ma creare le miglior condizioni per l’interattività e l’immersione. Kung Fu Motion prova a interrogarsi sull’allestimento al servizio del digitale per cercare altre forme di allestimento per una mostra ormai sempre più incline all’immersione e all’interattività.

 

Kung Fu Motion examines strategies for enconding, re-enacting intangible heritage in ways that allow these archives to be “alive” in the present. The exhibition including motion capture, motion-over-time analytics, 3D reconstruction, and panoramic video.  The exhibition is divided into 4 sections: Introduction, Kung Fu in Hong Kong, Cinema and Globalization, Future archive and digital humanities. Kung Fu Motion derives from a longitudinal research project, the Hong Kong Martial Arts Living Archive (instigated in 2012). This ongoing research is a collaborayion between the international Guosha Association, City University of Hong Kong, and the Laboratory for Experimental museology (eM+), Digital Humanities Institute, EPFL [1].

OPEN_IMMAGINI DELLA MOSTRA

Bibliografia

Parry Ross, Museums in a Digital Age, NY, Routledge, 2010 // Vince Dziekan , Virtuality and the Art of Exhibition, Intellect Ltd, Chicago, 2012.

[1] Fonte: libretto esplicativo della mostra.

 

 

FestivalFilmArchitecture: Appel à projet 2018 !

L’edizione 2018 del Festival du film d’Architecture, che si terrà a Nancy dal  12 al 29 novembre, è arricchita quest’anno da un concorso che intende promuovere e sostenere il film documentario di architettura (arc. del paesaggio, arc. urbana).
La call è aperta!
http://maisondelarchi-lorraine.com/site1/2018/07/10/ffa-appel-a-projet/